Dell’energia di Stefania ti accorgi già sentendo la sua voce al telefono: allegra e ferma, ma allo stesso tempo dolce. La sua grinta e la sua capacità di non rinunciare mai al lato positivo, soprattutto negli ultimi cinque anni, è stata fondamentale per riuscire ad affrontare quello che le è successo.
È l’inizio del 2017 quando scopre di avere un tumore. Stefania ha appena 40 anni, un compagno con cui è in procinto di sposarsi e due bimbe di 2 e 7 anni. Il pensiero corre immediatamente a loro, alla possibilità, inaccettabile, che la malattia metta in pericolo la loro vita insieme. Un’opportunità di cura sperimentale, però, le dà speranza.
La dottoressa che segue Stefania presso l’Istituto Clinico Humanitas, in base al referto della mutazione genetica della sua malattia, la indirizza al Niguarda Cancer Center, il presidio contro i tumori del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda. Qui infatti, è attiva una sperimentazione adeguata al suo caso. Stefania entra così nel protocollo clinico di ricerca Startrk con il farmaco Entrectinib, medicina di precisione che in alcuni tumori caratterizzati da una determinata alterazione genetica inibisce la proliferazione delle cellule tumorali portandole alla morte, guidato dal medico oncologo Giulio Cerea.
“Ringrazio di cuore tutta l’equipe che mi ha accolto, curato e sostenuto lungo questo percorso, perché oltre ad essere dei validissimi professionisti sono persone empatiche e disponibili - dice Stefania -. Ho avuto alcuni momenti di sconforto, non lo nego, ma dopo ogni visita e controllo in Day Hospital sono sempre uscita rincuorata e con la forza di proseguire questo cammino. La fiducia nel loro lavoro, nella cura che stavano mettendo a punto con tanta passione e meticolosità, è stata cruciale per andare avanti, così come lo è stato l’affetto della mia famiglia, delle mie bimbe in primis, e la vicinanza degli amici. Ho potuto attingere a un vero e proprio bagaglio di positività che mi ha aiutato tantissimo a non mollare mai.”
Ora Stefania prende due pastiglie tutti i giorni, mentre le visite di follow up da mensili sono diventate bimestrali. Un percorso faticoso ma ricco di speranza e forza d’animo che, a distanza di cinque anni, è riuscito ad avere la meglio sulla malattia, che ora è sotto controllo.
Tanto che finalmente lo scorso maggio,passata anche la fase più acuta della pandemia da COVID19, Stefania riesce finalmente a sposarsi.
“Se oggi sono qui, se posso crescere le mie bambine e sposare il mio compagno è solo grazie all’attività di ricerca oncologica condotta dal Niguarda Cancer Center e finanziata da Fondazione Oncologia Niguarda. Per questo, quando si è trattato di scegliere le bomboniere per il matrimonio, io e mio marito non abbiamo avuto dubbi: volevamo condividere la nostra gioia nel senso più pieno del termine, celebrando questo momento così atteso e felice con un gesto concreto a sostegno della ricerca scientifica. Perché oltre alla mia vita la ricerca possa continuare a salvarne tante altre.”
Così Stefania ha scelto le bomboniere solidali di Fondazione Oncologia Niguarda, accompagnando i confetti, bianchi come vuole la tradizione, ma anche verdi speranza come il logo dell’associazione, con le pergamene solidali che attestano il sostegno della coppia all’attività di ricerca oncologica.
Non solo: per le nozze Stefania e suo marito hanno voluto fare a sé stessi e ai testimoni un regalo simbolico e speciale: la felpa della Fondazione, nella versione grigia per gli amici e, naturalmente, verde per loro due.