Tumore del colon-retto, uno studio per colpirlo con l’immunoterapia

Nella mitologia greca è un semi-dio fluviale, personificazione del più grande corso d’acqua del Peloponneso che si ripresenta in Sicilia a Siracusa, letteralmente significa “pieno di risorse”. È ALFEO, il più recente studio clinico condotto dai ricercatori del Niguarda Cancer Center per sconfiggere il tumore del colon-retto.

Lo studio, sostenuto economicamente dalla campagna 5x1000 di Fondazione Oncologia Niguarda insieme ad altri finanziamenti provenienti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), in questi giorni è stato presentato anche alla comunità scientifica internazionale dalla nostra oncologa Federica Tosi (nella foto), in occasione del congresso annuale dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology) a Chicago.

L’intuizione cardine della sperimentazione, basata su dati preclinici ottenuti in laboratorio, è utilizzare alte dosi di vitamina C per convertire i tumori cosiddetti “freddi”, cioè insensibili all’immunoterapia, in “caldi”, ovvero rispondenti a questa tipologia di trattamento terapeutico così promettente.

A oggi, infatti, i tumori del colon-retto refrattari all’immunoterapia sono la maggior parte a causa di una caratteristica del DNA tumorale - la stabilità dei micro satelliti (MSS) - presente nell’85% dei casi.

Di qui l’importanza di ALFEO, per estendere a più malati possibili i benefici dell’immunoterapia. La sperimentazione, coordinata da Andrea Sartore Bianchi, direttore della Struttura Complessa Ricerca Clinica e Innovazione del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, si svolge qui e in un altro centro universitario italiano. L’obiettivo è ridurre al minimo la massa tumorale prima della chirurgia, perché l’intervento sia poco invasivo e senza ripercussioni sulla qualità della vita del paziente. a vita del paziente.

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